Prestazione occasionale o partita IVA?

Sicuramente se sei un libero professionista e presti i tuoi servizi o effettui consulenze a privati o imprese te lo sarai chiesto anche tu!

E quasi tutti i liberi professionisti prima di avviare la propria attività imprenditoriale e diventare un vero e proprio “lavoratore autonomo” sono partiti effettuando qualche prestazione occasionale qua e là.

Ma quando diventa obbligatorio (o anche conveniente) aprire la partita IVA?

Lo vedremo in questo articolo dove andremo ad analizzare nel dettaglio le prestazioni occasionali, i vantaggi e gli svantaggi rispetto alla partita IVA e quando diventa obbligatorio passare da lavoratore occasionale a lavoratore autonomo con partita IVA.

Prestazioni Occasionali - Disciplina

La disciplina delle prestazioni di lavoro occasionale è stata introdotta dall’articolo 54 bis, legge 21 giugno 2017 n. 96 , di conversione del decreto-legge 24 aprile 2017, n. 50.

La prestazione occasionale è un rapporto di lavoro che si instaura tra un datore di lavoro e un prestatore d’opera in modo saltuario.

La prestazione occasionale è quindi un’attività saltuaria o a entità ridotta che deve avvenire entro certi limiti dei compensi.

La prestazione occasionale deve pertanto rispettare i seguenti requisiti:

  • Mancanza di continuità e abitualità della prestazione di lavoro autonomo. La mancanza di abitualità, può essere identificata come un’attività non duratura nel tempo con caratteristiche quindi di sporadicità (massimo 30 giorni all’anno per ciascun committente).

  • Mancanza di coordinamento della prestazione. Affinchè vi sia coordinamento occorre che l’attività sia svolta all’interno dell’azienda o nell’ambito del ciclo produttivo del committente.

Le prestazioni occasionali devono inoltre sottostare a specifici limiti economici, tutti riferiti all’anno civile di svolgimento della prestazione lavorativa, ed in particolare:

  • per ciascun prestatore, con riferimento alla totalità degli utilizzatori, a compensi di importo complessivamente non superiore a 5.000 euro;

  • per ciascun utilizzatore, con riferimento alla totalità dei prestatori, a compensi di importo complessivamente non superiore a 5.000 euro.

  • Per le prestazioni complessivamente rese da ogni prestatore in favore del medesimo utilizzatore, a compensi di importo non superiore a 2.500 euro.


La ricevuta per la prestazione occasionale


Il soggetto che effettua una prestazione occasionale, nei limiti annuali esposti in precedenza, deve emettere al committente una ricevuta di prestazione occasionale con ritenuta del 20%.

Questo significa, ad esempio, che se esegui una prestazione dal valore di 1.000€ dovrai emettere una ricevuta di prestazione occasionale indicando la ritenuta di acconto del 20% (quindi € 200). Il commettente ti pagherà quindi il netto di € 800.

La ritenuta è quindi un “acconto” sulle tasse che ti viene trattenuto dal committente.

Nella ricevuta di prestazione occasionale dovrai indicare:

  • i dati del prestatore (nome, cognome, luogo e data di nascita, indirizzo e codice fiscale);

  • i dati del committente (nome, cognome o ragione sociale se si tratta di società, partita IVA o codice fiscale, indirizzo);

  • la descrizione della prestazione occasionale senza partita IVA svolta;

  • l’importo lordo;

  • l’eventuale ritenuta d’acconto;

  • l’importo netto;

  • data, luogo e firma.

Qualora l'importo dovesse superare i 77,47 euro, dovrai inserire all'interno della ricevuta anche una marca da bollo da 2 euro. 



Prestazione occasionale VS partita IVA



E’ quindi possibile lavorare emettendo solamente la ricevuta di prestazione occasionale, ma come ti sarai reso conto ci sono molti limiti.

La prestazione occasionale è quindi adatta a chi effettua qualche “lavoretto”, magari perché sta ancora studiando oppure per arrotondare lo stipendio, non certo per chi effettua prestazioni continuative o vuole avviarsi alla libera professione o al lavoro autonomo. In questo caso dovrai pertanto aprire la partita IVA diventando quindi un professionista a tutti gli effetti.

Lavorando con partita IVA avrai pertanto maggiore flessibilità (non dovendo sottostare al limite dei 5.000€ annui e dei 30 giorni per committente), oltre che dimostrare una maggiore professionalità nei confronti dei tuoi committenti.

Tu faresti progettare la tua casa, gestire la tua contabilità o dichiarazioni fiscali, costruire un sito web, a un prestatore occasionale? Pensaci………

Se vuoi maggiori informazioni su come aprire la tua partita IVA, quale regime fiscale adottare, qual’è il codice ATECO più adatto alla tua attività,  non esitare a contattarmi compilando il form sottostante. La prima consulenza è gratuita!